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Cresce il numero di imprese e persone che si iscrivono al Registro F-Gas e sale anche la percentuale di chi si certifica

15/01/2018
Secondo i dati Unioncamere – Ecocerved elaborati da CNA.
Da quanto emerge dai dati UnioncamereEcocerved elaborati da CNA e riferiti ai settori della refrigerazione, del condizionamento d’aria e delle pompe di calore si sta registrando un aumento continuo delle imprese e delle persone che si iscrivono al Registro F-Gas, ma quel che più conta è che sale anche la percentuale delle persone e delle imprese certificate rispetto a quelle iscritte.
L’aspetto più significativo è che tra le imprese la percentuale di quelle certificate su quelle iscritte al Registro supera per la prima volta il 50%; solo qualche anno fa (2014) era ancora sotto il 30%.  La provincia di Bolzano, l'Emilia Romagna, il Veneto e la Lombardia sono i territori dove il rapporto supera di gran lunga il 50%, ma è in tutto il nord,  in Toscana e nelle Marche che il numero delle imprese certificate è maggiore di quello delle aziende semplicemente iscritte al Registro.

Anche tra le persone,  secondo i numeri di Unioncamere–Ecocerved, prosegue la crescita della percentuale di quelle certificate sul totale delle iscritte. È un aumento più lento (siamo al 73%), ma costante nel tempo. Nelle due province trentine, in Friuli Venezia Giulia e in Umbria si arriva a superare l’80%, soglia alla quale si avvicinano anche Lombardia e Veneto.
Come abbiamo evidenziato da tempo – sottolinea Carmine Battipaglia, Presidente Nazionale CNA Installazione Impianti – nonostante tutte le incertezze legislative persone e imprese  si continuano a certificare,  sobbarcandosi non indifferenti oneri burocratici ed economici. Se lo fanno è perché credono che questo mercato si debba qualificare ed il fatto che in questi anni siano totalmente mancati i controlli su chi opera abusivamente senza certificazione è la dimostrazione di come si sia maldestramente gestito questo provvedimento. Il risultato – prosegue Battipaglia – è che il prezzo lo stanno pagando le imprese, assolutamente non protette dalla concorrenza sleale, e la credibilità stessa del mercato”.

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